Il venerdì ti vengono dei pensieri che sono un po’ la summa di tutte le stronzate che dici in settimana.
Dovrei essere contenta perché è venerdì e c’è il sole ma non ho dormito un cacchio e sono arrivata alla ragionevole spiegazione che come c’è un folletto del sonno (di cui prima o poi vi parlerò) ce n’è un altro che mi succhia via la vita dal midollo.
Cioè proprio lui la notte viene e mi preleva via la vita. Ora, che il medico dica che non è esattamente così mentre guarda le mia analisi non è rilevante.
Stamattina prima della sveglia sono stata svegliata da un sms della mia amica Alessia che mi diceva così :”è venerdììì”. Siccome noi solitamente non ci mandiamo degli sms di mattina presto le ho chiesto se fosse un errore o mi avesse pensato così presto. Lei mi ha risposto che mi ha pensato presto prestissimo e che ricordava i nostri venerdì quando lavoravamo assieme e anche se era una giornata di merda il peggio che ti potesse capitare era che alle sei ti prendevi una sbronza da Meo.
Anche a me manchi Ale eh.
Ieri avevo una voglia matta di corbezzoli e nespole. Per me sono cose che non si possono comprare, devi avere un albero e coglierle e mangiarle o avere qualcuno che te le regala. Insomma non le devi pagare sennò non hanno un buon sapore.
E ho deciso che quando mi deciderò a mettere radici da qualche parte pianterò un nespolo.
Stanotte ho sognato ma non mi ricordo cosa ho sognato e c’era una cosa che volevo scrivere ma non me la ricordo più. Era carina ed interessante ma evidentemente piuttosto effimera.
A casa comincia fare caldo sicché dormo con la vasistas aperta, in più ho momentaneamente da me la parte del letto (quella che russa) e fa ancora più caldo.
Ho notato che se ci sono persone che mi suscitano invidia, sentimento a me sconosciuto la maggior parte delle volte, sono quelle che possono gestirsi il lavoro come cacchio gli pare. Vado in ufficio o magari neanche ce l’ho l’ufficio. Cazzo ci dovevo pensare prima, quando ho iniziato a lavorare.
Ma io a lavorare ho iniziato perché non mangiavo e rispondevo al Call Center della Cartasì con quelli che andavano sui siti porno e poi si dimenticavano di aver pagato e chiamavano incazzati perché c’erano delle cose che loro non avevano comprato e ti toglievano dall’animo di fare la stronza e fargli fare una figura di merda. E dopo chiudevano il telefono molto velocemente.
Che poi ora mi hanno messo a fare un lavoro per cui ci vuole concentrazione e io non posso chiudere degnamente questo post.
Vabbé mi rifarò coi pensieri del lunedì.
I.
Un nespolo, sì. E dai rami deve pendere un altalena, così che dondolandoti puoi prendere i frutti.
🙂
io pensavo più ad una scena con me sulla scala che raccoglievo le nespole… :-p
èèh, mi sa che se mettete l’altalena sul nespolo durano poco sia divertimento che idillio bucolico.
ma come diceva mia nonna, E-là e-là che ntel cul i dènt ncestàn.
Ho letto il tuo bel post stamattina, ma purtroppo ero di fretta…
Quest’immagine del nespolo mi piace tanto e sul mettere radici, io credo che le tue saranno belle lunghe e attraverseranno tutti i luoghi in cui ti sei fermata…